La comunicazione ha da sempre avuto un ruolo fondamentale nella scelta di un prodotto, di un servizio da parte del consumatore finale.
Oggi però questa ha subito dei cambiamenti: quello che emerge è la ricerca di un’esperienza memorabile, di un qualcosa che riesca a toccare il profondo del consumatore. E’ per questo che si parla di marketing emozionale.
Per capire cos’è il marketing emozionale e quali sogli gli strumenti utili per raggiungere i suoi obiettivi, abbiamo intervistato Davide Murri, videomaker ed esperto nella creazione di spot emozionali.
La comunicazione si evolve in continuazione, e con essa anche i mezzi utilizzati. Oggi si parla sempre più di video. Cosa questo strumento riesce a trasmettere a differenza di altri?
Per rispondere a questa domanda citerò un inaspettato e mastodontico visionario del secolo scorso: Walt Disney. Lui diceva sempre: “se puoi immaginarlo, allora puoi farlo!”.
Mai come oggi questa affermazione si allontana dal significato magico dell’immaginario per concretizzarsi nell’universo delle possibilità creative. Le tecnologie dell’industria video attuali, sempre più accessibili a tutti, hanno potenziato esponenzialmente nel giro di pochi anni linguaggio, stile, mode, e tecniche audiovisive. Un video racchiude in se il potere della sintesi e l’universalità di un messaggio che può trasmettere una grande emozione, senza dover usare necessariamente l’uso di dialoghi, abbattendo così ogni barriera linguistica.
Il tuo lavoro non è solo quello di realizzare video, ma soprattutto spot. Uno degli ingredienti principali è l’emotional marketing. Quanto oggi incide questo valore?
Scegliamo cosa mangiare, come viaggiare, cosa acquistare, e l’emozione è sempre il parametro principale. Io credo che l’emozione muova ogni cosa nella nostra società.
Persino i grandi brand hanno abbandonato la strada dello spot commerciale per abbracciare “l’emotional marketing”. Si tende a ricordare fortemente un emozione, o una sensazione precisa, e se questa è fusa ad un nome, ad una azienda, ad un gruppo di persone o a una attività in particolare, ecco che il video emozionale si concretizza nel binario più veloce in termini di associazione, offrendo così al brand un potere ineguagliabile.
Quali sono i tre pre-requisiti per un lavoro finale.
- La conoscenza avanzata della fotografia, poiché elementi come la composizione dell’inquadratura, l’uso fortuito della luce, e la profondità di campo sono tassativi per la creazione di un buon video.
- La conoscenza della musica, elemento fondamentale per lavorare su aspetti di sincrèsi delle immagini così da poter ricreare dinamiche emozionali efficaci.
- Oltre la conoscenza di piattaforme professionali di montaggio digitale, la competenza del potere di sintesi, fondamentale al fine di prodotti fruibili in rete.
Se anche tu vuoi diventare un esperto della comunicazione, se vuoi conoscere il giusto uso dei new media, allora scopri la nuova offerta formativa della Facoltà di Scienze della Comunicazione.