Il ruolo dello psicologo nella relazione insegnante-bambino

Durante il percorso formativo un bambino è circondato da diversi ambienti educativi come quelli inerenti l’attività sportiva, ludica e soprattutto la famiglia e la scuola.

Nella scuola dell’infanzia un ruolo importante è ricoperto dall’insegnante, in passato associata alla figura materna, oggi sempre più professionale.

La Dott.ssa Sandra Legrottaglie, Psicologa, psicoterapeuta sistemico-relazionale, dottore di ricerca in psicologia: processi cognitivi, emotivi e comunicativi, ci ha illustrato quanto la psicologia sia fondamentale nella relazione insegnante-bambino.

 

1- Nel corso degli anni, è stata sempre più abbandonata l’assimilazione della figura dell’insegnante a quella della mamma attraverso la proposta di un profilo professionale più caratterizzato in senso culturale e psico-pedagogico. Quali sono le competenze richieste oggi a un insegnante di scuola dell’infanzia?

La concezione di insegnante di scuola dell’infanzia è notevolmente cambiata nel corso degli anni. Fino a poco tempo fa il ruolo della maestra era strettamente connesso al ruolo della mamma: infatti, era in uso il termine di “scuola materna”, considerando il contesto scolastico alla stregua di quello familiare. Attualmente molte discipline, dalla filosofia alla psicologia, dall’antropologia alla sociologia, si focalizzano sul concetto di identità professionale degli insegnanti, considerandola come un indicatore importante della professionalità dei docenti, sia in termini di competenze didattiche che come capacità di tenere la relazione con la classe. L’interesse per il tema dell’identità professionale degli insegnanti è di fatti in stretta connessione con la promozione della “professionalizzazione” dell’insegnamento. Le competenze richieste oggi ad un insegnante, in particolare ad un insegnante di scuola dell’infanzia, riguardano l’ambito relazionale, comunicativo ed affettivo e l’ambito culturale, operativo e didattico. Il primo ambito riguarda la capacità di stabilire relazioni positive con i bambini, accompagnandoli nel loro percorso di crescita alla scoperta del mondo interiore e dell’ambiente esterno. Una relazione che deve svilupparsi sia dal punto di vista formativo-educativo sia dal punto di vista affettivo-emotivo. Lo sviluppo cognitivo dei bambini si fonda, infatti, sui rapporti relazionali e l’interazione affettiva è il principale contesto in cui il bambino costruisce e sviluppa le sue relazioni sociali e i suoi schemi conoscitivi. L’ambito relazionale è centrale per comprendere la professionalità dell’insegnante ed è relativo a tutti gli attori del contesto scolastico, e, quindi, non solo bambini, ma anche colleghi, dirigente scolastico, famiglie, eccetera. Il secondo ambito riguarda, invece, le competenze professionali, didattiche e tecniche del docente. Le pratiche educative (lezione frontale, apprendimento collaborativo, problem solving, apprendimento laboratoriale, l’uso didattico delle TIC, eccetera) sono un elemento molto importante nella formazione e nello sviluppo dell’identità professionale degli insegnanti. In particolare, l’insegnante di scuola dell’infanzia, non è esente da una formazione culturale e tecnica che deve riuscire a rapportare ai bisogni dei bambini.

 

 

2- L’ambiente scolastico viene vissuto dal bambino come un periodo formativo non solo per apprendere nozioni, ma anche come uno spazio personale dove “imparare a pensare”. Quanto è importante il ruolo dello psicologo per lo sviluppo personale e sociale dei bambini e per la loro autostima?

I concetti di autostima, di buona e coerente valutazione di sé e di empowerment sono fondamentali quando si parla di salute, benessere sociale e psicologico. Si tratta di elementi che si sviluppano e accompagnano il percorso di crescita dei bambini e a cui bisogna prestare particolare attenzione nei diversi contesti di vita. Da questo punto di vista il ruolo dello psicologo risulta estremamente importante. Nella Conferenza del 1986 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la salute viene definita come uno “stato di completo benessere fisico mentale e sociale (…) che richiede molteplici azioni sul fronte sociale, ambientale, economico educativo e psicologico a partire da una educazione alla responsabilità fin dall’età scolare, per rendere ciascuna persona in grado di affrontare le fasi, le scelte e le difficoltà della vita con la consapevolezza delle risorse personali e comunitarie a disposizione”. Salute, istruzione e sviluppo sono correlati tra loro ed emerge la necessità di adottare, in ambito scolastico, un approccio globale alla salute. Nel contesto scolastico, lo psicologo lavora prevalentemente su tre obiettivi:

  • promozione della salute e del benessere
  • contrasto dei fenomeni di rischio
  • diffusione delle buone pratiche psicologiche

La promozione della salute nelle scuole si esprime quindi attraverso azioni di sviluppo e rafforzamento delle abilità personali, di miglioramento delle relazioni sociali, del clima scolastico e di intervento sugli aspetti ambientali e organizzativi.

 

 

3- Un aspetto sempre più importante nel contesto scolastico riguarda la promozione della salute e del benessere attraverso la figura dello psicologo, il quale favorisce migliori processi di insegnamento e di apprendimento e migliori risultati, con alunni in salute che imparano meglio e un personale in salute che lavora meglio. Quali sono gli strumenti di lavoro dello psicologo per raggiungere questi obiettivi?

In ambito scolastico lo psicologo ha a sua disposizione diversi strumenti, quali lo sportello di ascolto psicologico, l’orientamento scolastico, lavori all’interno delle classi, corsi formativi per genitori ed insegnanti. Lo sportello di ascolto viene rivolto prevalentemente agli studenti. Si tratta di uno spazio e un tempo dedicati all’ascolto, al confronto e alla riflessione relativamente ai loro problemi, alle difficoltà con il mondo della scuola, la famiglia, i pari, eccetera. Può, però, essere destinato anche ai genitori per un sostegno, un consiglio esperto, un momento di confronto aperto e non giudicante per capire meglio se stessi, i propri figli e per interagire con loro in modo più costruttivo ed empatico. È importante anche per chi lavora nella scuola (insegnanti, personale amministrativo, collaboratori scolastici) al fine di ricevere indicazioni rispetto a situazioni problematiche, discutere di casi che presentano particolari difficoltà o di dinamiche che coinvolgono le classi. Obiettivo, invece, dell’orientamento scolastico è accompagnare i ragazzi nella scelta del percorso scolastico, formativo o professionale da intraprendere. In questa scelta entrano in gioco numerosi e diversi fattori, alcuni esterni o sociali (situazione economica, andamento del mercato del lavoro, influenza della famiglia e dei mass media), altri interni (interessi, attitudini, motivazione, caratteristiche di personalità). Emerge, quindi, la necessità di offrire ai ragazzi un supporto orientativo finalizzato a fornire loro strumenti cognitivi, emotivi e relazionali che consentono di decidere il percorso più adatto per raggiungere le mete scolastiche o professionali che si sono prefissati. Lo psicologo può intervenire anche all’interno del contesto classe per approfondire tematiche quali problematiche connesse alle diverse fasi del percorso di crescita, aspetti emotivi e dinamiche relazionali, integrazione, eccetera. I corsi formativi per genitori ed insegnanti possono essere utili per confrontarsi su diverse tematiche di natura psico-pedagogica, sulla gestione della relazione educativa, sugli aspetti comunicativi, eccetera. Lo psicologo, inoltre, può avere un ruolo particolarmente importante per diffondere buone e innovative pratiche didattiche che possano promuovere processi di insegnamento-apprendimento sempre più proficui.

 

Se anche tu vuoi approfondire l’affascinate settore della psiche umana, allora scopri la Facoltà di Psicologia proposta dall’Università Telematica Internazionale Uninettuno.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*